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| *Jennifer quella mattina si era alzata tardi, aveva acceso la TV e aveva visto la pubblicità dell'ultimo gioco della Tsukiya. Uno shock. Suo padre aveva giurato che finchè non fosse tornata a casa l'avrebbe disconosciuta come figlia, quindi non avrebbe nemmeno usato le sue idee. Senza esitare, aveva chiamato casa, e il suo stupore era salito alle stelle: era stata sua madre a far produrre il gioco! Jennifer non ci aveva messo molto a decidere - per stuzzicarli e vedere come avrebbero reagito, per studiarli, insomma - di dare loro una speranza, circa il suo ritorno, e si era fatta sfuggire un commento positivo sul gioco. Le piaceva davvero, però lo aveva sfruttato per studiare il padre. Cissà cosa avrebbe pensato di lei... come avrebbe reagito... Magari avrebbe potuto telefonarle, e dire quelle parole che lei desiderava. Voleva solo che le chiedesse scusa. Jennifer smise di indugiare in quegli oziosi pensieri e indossò una minigonna viola cupo, un top blu cupo con cintura e ballerine intonate; prese una borsa viola piena di tutto e uscì. Gozzovigliò in giro per un bel po' prima di decidere di andare al parco e di farsi una bella passagiata lì per schiarirsi le idee. Una volta arrivata, si perse tra i vicoli del parco e tra i propri pensieri, quasi all'unisono. Camminò per un po', rimuginando, poi si sedette sotto l'albero dove aveva incontrato Sui. Chissà che il cielo non le mandasse qualcuno con cui parlare, per sfogarsi, per liberarsi di sè stessa. Ma perchè cavolo doveva essere tanto triste, insicura e sciocca? Perchè non riusciva ad accettare la semplice realtà? Perchè doveva avere per forza bisogno di piangere sulla spalla di qualcuno?*
Edited by PrincessVanilla - 27/9/2008, 14:03
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